venerdì 17 agosto 2018

Il film della vita


Quello che colpisce nelle cosiddette esperienze di pre-morte è l’incredibile pena che si prova a ritornare nel proprio corpo, nella propria vita, in questo mondo. Nessuno vorrebbe farlo se non vi fosse attirato da qualcuno che ha bisogno del suo aiuto: un marito, un figlio, ecc.
Ci si rende conto all’improvviso di quanto sia duro vivere. Altro che dono di Dio – una pena! Ha ragione il Buddha a dire che la vita è sofferenza. Guardatevi intorno: chi è veramente felice? Chi non ha problemi?
Il ritorno doloroso è sperimentato anche dai mistici e dai meditanti quando escono dalle loro estasi.
Allora la domanda è: come siamo capitati in un mondo così pesante? Se c’è un aldilà, un altro mondo, la teoria della reincarnazione è evidentemente confermata. Anche perché non è detto che sia l’ultimo e che questo non sia stato preceduto da altri. Può darsi che la vita sia un processo evolutivo senza fine.
Oltretutto non c’è un Dio giudicante. Siamo noi stessi che ci giudichiamo rivedendo il film della nostra esistenza terrena. Nessuna parla mai di religione. Non c’è un Essere che ti chiede a quale religione appartieni. Ma, semmai, che cosa e come hai amato.
Poiché queste esperienze sono raccontate da persone che comunque non sono morte, potrebbero anche essere l’ultimo sussulto di un mente che, liberata dal peso del corpo, trova una lucidità senza precedenti. Ma è possibile allenarsi fin da adesso a veder chiaro, senza farci distrarre troppo da una vita oscura e confusa, piena di condizionamenti di ogni genere.
Alle anime in stato di pre-morte si apre all’improvviso la mente e comunicano e capiscono in via telepatica.
Non dare nulla per scontato. Ma essere pronti a tutto.

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