Ci
saranno anche uomini di destra laici, ma non si sentono mai. Si sentono solo le
sparate dei clerico-fascisti, come Fontana (ministro della famiglia!) e Salvini
(ministro di tutto e futuro leader della destra).
Come mai questa attrazione fatale tra
destra e religione? La verità è che è molto facile per un politico di destra
schiacciarsi sulle posizioni della Chiesa; si trova per così dire la pappa
fatta. Si trova già infatti un sostegno ideologico per il paternalismo (Salvini
per esempio si presenta come un buon papà), il tradizionalismo, l’autoritarismo,
il conservatorismo, l’odio per i diritti civili e la struttura gerarchica.
L’uomo di destra non deve pensare più
niente: basta che adotti le categorie assolutiste e dogmatiche del
cattolicesimo, dove tutto viene dall’alto e il popolo deve solo ubbidire al capo,
al signore, a chi comanda, al Dio. Anche in campo familiare è già tutto
prescritto: il maschio (immagine del Dio Padre) comanda e la donna subisce. Si
condannano aborto, divorzio e contraccezione. Si perseguitano omosessuali e
diversi.
Così si spiega questo osceno connubio
tra politica e religione, tra Stato e Chiesa, rivolto a schiacciare ogni liberalismo,
ogni indipendenza, ogni autonomia dell’individuo. Credere, ubbidire e
combattere per Dio, per lo Stato e per la Chiesa. Non criticare mai. Non
pensare mai con la propria testa. Il capo ha sempre ragione.
È più o meno lo schema che applicano
tutte le dittature, anche in campo musulmano o ebraico. Erdogan per esempio ha
appena detto rivolgendosi agli americani: “Loro hanno i soldi, noi abbiamo
Allah”.
Purtroppo per loro, le religioni di cui
si servono non hanno il minimo fondamento e l’accentramento dei poteri porta
ben presto ad una crisi economica. Perché, quando si conculcano le libertà
individuali, la vita sociale, politica ed economica si isterilisce e questi
paesi finiscono in una miseria autarchica, mummificati dal loro stesso
conservatorismo e dalla loro visione paranoica del mondo.
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