domenica 12 agosto 2018

Politica e religione


Ci saranno anche uomini di destra laici, ma non si sentono mai. Si sentono solo le sparate dei clerico-fascisti, come Fontana (ministro della famiglia!) e Salvini (ministro di tutto e futuro leader della destra).
Come mai questa attrazione fatale tra destra e religione? La verità è che è molto facile per un politico di destra schiacciarsi sulle posizioni della Chiesa; si trova per così dire la pappa fatta. Si trova già infatti un sostegno ideologico per il paternalismo (Salvini per esempio si presenta come un buon papà), il tradizionalismo, l’autoritarismo, il conservatorismo, l’odio per i diritti civili e la struttura gerarchica.
L’uomo di destra non deve pensare più niente: basta che adotti le categorie assolutiste e dogmatiche del cattolicesimo, dove tutto viene dall’alto e il popolo deve solo ubbidire al capo, al signore, a chi comanda, al Dio. Anche in campo familiare è già tutto prescritto: il maschio (immagine del Dio Padre) comanda e la donna subisce. Si condannano aborto, divorzio e contraccezione. Si perseguitano omosessuali e diversi.
Così si spiega questo osceno connubio tra politica e religione, tra Stato e Chiesa, rivolto a schiacciare ogni liberalismo, ogni indipendenza, ogni autonomia dell’individuo. Credere, ubbidire e combattere per Dio, per lo Stato e per la Chiesa. Non criticare mai. Non pensare mai con la propria testa. Il capo ha sempre ragione.
È più o meno lo schema che applicano tutte le dittature, anche in campo musulmano o ebraico. Erdogan per esempio ha appena detto rivolgendosi agli americani: “Loro hanno i soldi, noi abbiamo Allah”.
Purtroppo per loro, le religioni di cui si servono non hanno il minimo fondamento e l’accentramento dei poteri porta ben presto ad una crisi economica. Perché, quando si conculcano le libertà individuali, la vita sociale, politica ed economica si isterilisce e questi paesi finiscono in una miseria autarchica, mummificati dal loro stesso conservatorismo e dalla loro visione paranoica del mondo.

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