lunedì 27 agosto 2018

Religione e nazionalismo


Vi è un relazione tra la fede in un Dio creatore e le società autoritarie e non democratiche. Quando si affaccia un potere dispotico, ecco che fa appello alla religione per avere un qualche fondamento. Per le società islamiche, non c’è nemmeno bisogno di fare esempi (basterebbe quello di Erdogan che si definisce “baluardo dell’Islam”). Sono tutte autoritarie e antidemocratiche. Ma anche l’Europa non scherza. Pensiamo solo a Putin e alla sua alleanza con i religiosi ortodossi.
Ma il pericolo maggiore viene dai paesi dell’Europa occidentale e democratica, dove si stabilisce un’alleanza fra cristiani e nuovi nazionalisti. In Italia vediamo Salvini e alcuni suoi ministri che armeggiano con rosari, Vangeli e crocefissi, proponendosi come modelli politico-religiosi. Ma è la situazione polacca che preoccupa.
In Polonia (il povero e ignaro) Gesù è stato proclamato “re  della Polonia” e sua madre, nella forma della Madonna di Czestochowa, “regina della Polonia”. Ma in genere si fa di tutto per ridare potere al tradizionalismo cattolico (compreso l’odio contro gli ebrei) e alla Chiesa nazionale, che è diventata sempre più ricca, tanto che è la maggior speculatrice in campo immobiliare (un po’ come in Italia).
Nonostante gli scandali e la corruzione, nonostante la pedofilia, nonostante l'affarismo, nonostante la fuga dei giovani e nonostante le liti fra vescovi, il cattolicesimo europeo vorrebbe trarre nuova linfa dal nazionalismo – indifferente al fatto che così facendo contraddice se stesso e muore come via spirituale.

Il fatto che le religioni che nascono universalistiche, cioè rivolte a tutti gli uomini, si riducano a difendere i nazionalismi la dice lunga sulla loro inarrestabile degenerazione.

Nessun commento:

Posta un commento