Chiamiamo
“predazione” quel meccanismo in base al quale va avanti la vita. Non un bel
meccanismo, un meccanismo feroce. Significa infatti che, per nutrirsi, gli
esseri viventi devono uccidersi fra loro. Prede e carnefici.
Anche noi, quando ci sediamo a tavola armati di forchette e
coltelli, compiamo atti di predazione.
Chissà perché, con le religioni, è nata l’idea che il mondo
sia stato creato da un atto di amore divino. Sarà anche amore, ma è uno strano
amore: è l’ “amore” che il pastore nutre per le sue pecore. In realtà se ne
serve per i propri consumi, per poter sopravvivere egli stesso.
È evidente che le religioni si sbagliano. Anzi vogliono
illudere e ingannare gli uomini. Di fatto diventano i migliori fiancheggiatori di una tale idea di Dio padrone.
Aveva invece ragione Eraclito quando diceva che “polemos (il conflitto) di tutte le cose
è padre, di tutto poi è re; e gli uni manifesta come dei, gli altri invece come
uomini; gli uni fa esistere come schiavi, gli altri invece come liberi”. Aveva
ragione perché guardava il mondo senza le lenti deformanti delle religioni che
vogliono instupidire gli uomini.
E se guardiamo senza lenti deformanti, l’immagine ipotetica
di questo Dio è più simile a quelle di un Macellaio divino.
È chiaro che se ci domandiamo “chi ha creato il mondo?”
presupponiamo che qualcuno lo abbia creato. Ed èvidente che è un tipo violento.
Se perciò vogliamo salvare la faccia al “Divino”, lasciamo
perdere un simile bruto. Il mondo si è fatto da solo, malamente.
Questo ci dà una speranza. Perché se il mondo si è fatto da
solo e malamente, noi, in quanto parte del mondo, possiamo porvi un rimedio. Se
invece ci aspettiamo interventi dall’alto, potremmo aspettare fino alla fine
dei tempi.
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