Noi siamo convinti che, per ottenere la liberazione, dobbiamo cambiare noi
stessi, diventando delle specie di santi. Ma questo non è necessario. Se lo
scopo è eliminare ogni idea di ego e ogni pensiero disturbante, ciò avviene
all’interno di qualsiasi esperienza autentica. Se per esempio proviamo rabbia o
amore, nel momento stesso in cui proviamo una di queste passioni, usciamo sia
dal nostro ego sia dai nostri pensieri. È un istante di pura liberazione.
Il problema è che noi o lottiamo contro queste passioni o cerchiamo di
reprimerle. Ma, se le accettassimo fino in fondo e vivessimo il momento
presente, faremmo già un’esperienza di liberazione. Scopriremmo che ogni
autentica e forte esperienza contiene in sé un fattore di risveglio.
Facendo la nuda esperienza delle nostre emozioni, troveremmo uno stato
di libertà che è lì da sempre.
Le emozioni e i pensieri sono già liberi, e vanno e vengono come
vogliono. Siamo noi che non siamo liberi, perché vorremmo attaccarci a qualcosa
o trasformare qualcosa. Quasi nessuno accetta i propri stati d’animo e vede in
essi una via di liberazione. Tutti vorrebbero essere quelli che non sono.
Questo è il dramma.
Ma, se si scende al fondo di un’esperienza, così com’è, senza tentare di
cambiarla, di eliminarla o di prolungarla, scopriremmo che siamo già liberi.
In tal senso, anche il concetto di liberazione o di illuminazione è un
grande ostacolo.
Dobbiamo invece rilassarci nell’esperienza ed essere semplicemente
presenti in essa, senza preconcetti e senza giudizi.
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