Contemplare la vacuità della mente e del tutto non significa guardare
una mente o una realtà vuota o addirittura inesistente. Ma una mente che è come
uno schermo (per esempio quello di un monitor) su cui può apparire qualunque
cosa. Non un vuoto assoluto, dunque, ma un
vuoto pieno di potenzialità.
Anzi, quel vuoto è la controparte e il fondamento del pieno vitale.
Il vuoto non è il fine della meditazione. Il fine della meditazione è
l’atteggiamento contemplativo del lasciar andare.
In altri termini, contemplo tutto ciò che appare sullo schermo-mente
vedendolo passare per quel che è: un insieme di segnali che presto se ne andranno
e lasceranno lo spazio ad un altro insieme o allo spazio vuoto delle
innumerevoli possibilità.
Imparare a guardare ogni evento, buono o cattivo, piacevole o
spiacevole, come uno spettacolo transeunte, benché significativo.
Voi guardate tutto ciò che appare sul monitor, ben sapendo che presto
passerà e che alla fine c’è solo lo schermo luminoso.
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