La meditazione è l’unico mezzo che abbiamo a disposizione per farci un’idea
personale della natura ultima della realtà. In tal senso è una forma di
mistica, che ogni individuo può utilizzare.
L’atteggiamento di base è proprio questo: voglio vederci chiaro su
questo problema – il problema della vita.
Se ci affidiamo alle religioni, non avremo mai la possibilità di fare
un’esperienza personale. Avremo solo risposte convenzionali la cui fondatezza
non potremo mai verificare. Non disporremo di esperienze dirette, di prima
mano, ma soltanto articoli di fede veicolati da mediatori interessati, che a
loro volta non hanno nessuna esperienza diretta.
In meditazione si parla di natura ultima e non di Dio, perché risulta
subito evidente – a chi medita – che quella di Dio è un’invenzione umana, un
tentativo di costruire una trascendenza a misura (e a interesse) umano. Ma Dio
non è un essere umano, non è neppure un ente pensabile. E un giorno penseremo a
queste religioni come oggi pensiamo alle religioni pagane: miti privi di
qualsiasi fondamento.
Di Dio si parla solo quando le cose vanno bene. Ma quando arriva un
terremoto, un’epidemia, un tornado, una guerra, una crisi apocalittica o uno
sterminio, dov’è questo Dio? Non c’è mai.
L’idea di Dio veicola una perniciosa illusione. Che ci sia qualcuno che
vegli su di noi e sul pianeta Terra. Ma se arrivasse un meteorite capace di
distruggere mezza Terra, e di cambiare di colpo il clima, innestando fenomeni
apocalittici, crediamo davvero che scenderebbe dal cielo il dito di Dio a
spostarlo?
Per la cronaca, è già successo in passato. E non si è visto nessun
intervento divino.
Gli ebrei ci raccontano che, quando fuggirono dall’Egitto, Dio
intervenne ad aprire le acque del Mar Rosso. Ma, quando furono deportati dagli
antichi romani, e quando furono sterminati dai nazisti (storia e non mitologia),
nessun Dio li ha aiutati.
Dunque, l’unica possibilità di capire qualcosa resta affidata non ai
miti religiosi, ma alla nostra piccola mente, alla nostra consapevolezza –
ammesso che si sappia come procedere.
Non ci sono altre possibilità per sfruttare l’occasione che abbiamo
avuto – quella di aprire gli occhi e di guardare.
Il resto sono fantasie e ubbie.
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