E se anche Gesù fosse soltanto un essere umano, che cosa cambierebbe del
suo messaggio? Sostanzialmente nulla.
Ma agli uomini non basta: loro vogliono deificare certe figure.
Al Buddha successe la stessa cosa: benché avesse dichiarato che era soltanto un uomo, alla fine fu considerato
un essere divino e venerato come tale.
Ma, alla fin fine, tutti derivano dalla stessa fonte – e quindi sono
esseri divini o semi-divini. Quando al-Hallag, e altri mistici, dichiarano: “Io
sono Dio!” proclamano solo l’identità di fondo tra atman e Brahman. Una vecchia
idea.
Oltretutto, forse mettere sugli altari qualcuno è un mezzo per farne un
ideale irraggiungibile, qualcosa da adorare ma da non seguire. Un po’ come
mettere le mani avanti, come marcare una distanza incolmabile, come stabilire
un luogo sacro o una giornata del Signore. Come per dire: per un po’ mi dedico
a te, ma poi me ne dimentico; tu stai lassù, ché io me ne sto quaggiù.
Si venera per tradire.
Il Buddha aveva precisato che anche gli dei, per raggiungere la
liberazione finale avrebbero dovuto incarnarsi in esseri umani, perché solo in
questa condizione intermedia ci si può realizzare. Gli dei, infatti, fanno una
vita così beata e sono così soddisfatti che, tutti presi dalla droga dell’orgoglio
e dall’ebbrezza della longevità, si dimenticano che anche il loro destino è
segnato.
Anche il nostro Dio deve averlo capito. Se, alla fine, si è trasformato in
un uomo.
Lui l’aveva capito e noi vorremmo essere come lui.
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