La calma è non re-agire al mondo. E, se non reagisci al mondo, vedi con
chiarezza tutte le cose, te stesso e gli altri. È come guardare in una limpida
mattina di primavera.
La calma è non con-sonare con le vicende, ma guardarle con distacco.
Anche quelle che succedono a te.
Allora il mondo ti appare come un palcoscenico su cui si svolgono commedie
e tragedie, tutte comunque inconsistenti. Vite e morti, amori e passioni, gioie
e dolori, beni e mali, grandezza e presunzione, orgogli e opinioni… che cosa
sono?
La calma è come non avere un io e, quindi, guardare le cose, senza
l’interferenza e le interpretazioni della mente.
La calma è un’immensa vacuità, accogliente, che non parteggia.
La calma si adatta ad ogni cosa, senza influenzare né farsi influenzare.
La calma è dunque obiettività – cosa ignota agli uomini comuni.
La calma è creatività, perché è come un pozzo senza fondo che può
contenere tutto.
La calma è comprensione, in tutti i sensi – nel senso che capisce e che
dà accoglienza.
La calma è infinita pazienza, e non c’è niente che non si possa ottenere
con la pazienza.
La calma è pace.
La calma è pace.
La calma è una virtù divina.
Prova a essere calmo, a non volere per forza qualcosa, a essere al di
sopra e al di là degli eventi. Allora gli eventi si volgeranno a tuo favore.
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