Lo Spirito Santo ha le sue contraddizioni.
Dopo 35 anni che la Chiesa ha fatto di tutto per cancellare la “teologia
della liberazione” e i suoi esponenti, ecco che all’improvviso ci si accorge
che monsignor Romero è stato un vero martire, un uomo ucciso proprio
sull’altare. E allora si riapre la causa della sua beatificazione.
Ma, si sa, lo Spirito Santo è come il vento che soffia dove vuole – ora
a destra ora a sinistra.
Quando c’era un Papa che odiava il comunismo perché aveva schiacciato la
sua Polonia, i preti di sinistra venivano visti come fumo negli occhi,
perseguitati e cacciati. Ed ora che c’è un Papa dell’America Latina, la Chiesa
non può farci sfuggire l’occasione per imbastire qualcuna di quelle belle
cerimonie di cui è maestra.
Ma perché presentare Oscar Romero come un martire della fede? In realtà
è stato un martire del fascismo, quella latino-americano e quello clericale che
combatteva ogni parvenza di marxismo.
E mai nessuno che ammetta gli errori. Tutti santi, tutti morti.
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