domenica 17 maggio 2015

Beatificazioni politiche

Lo Spirito Santo ha le sue contraddizioni.
Dopo 35 anni che la Chiesa ha fatto di tutto per cancellare la “teologia della liberazione” e i suoi esponenti, ecco che all’improvviso ci si accorge che monsignor Romero è stato un vero martire, un uomo ucciso proprio sull’altare. E allora si riapre la causa della sua beatificazione.
Ma, si sa, lo Spirito Santo è come il vento che soffia dove vuole – ora a destra ora a sinistra.
Quando c’era un Papa che odiava il comunismo perché aveva schiacciato la sua Polonia, i preti di sinistra venivano visti come fumo negli occhi, perseguitati e cacciati. Ed ora che c’è un Papa dell’America Latina, la Chiesa non può farci sfuggire l’occasione per imbastire qualcuna di quelle belle cerimonie di cui è maestra.
Ma perché presentare Oscar Romero come un martire della fede? In realtà è stato un martire del fascismo, quella latino-americano e quello clericale che combatteva ogni parvenza di marxismo.

E mai nessuno che ammetta gli errori. Tutti santi, tutti morti.

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