In fondo i vari maestri non
sono che personificazioni del sé. E il loro scopo è far capire questa realtà ai
discepoli. Quando Gesù dice: “Io e il Padre siamo uno”, rivela che ha
riconosciuto l’unione profonda tra il proprio sé individuale e il sé universale.
A quel punto, però, un vero
maestro non deve far convergere su di sé l’attenzione dei discepoli, ma deve
farla spostare su quel sé universale, che è in ognuno.
Il maestro non deve dire all’allievo
che cosa deve fare, ma deve far sì che l’allievo si concentri su di sé e capisca
da solo che cosa deve fare.
Se lega a sé il discepolo, se
favorisce un culto del proprio ego, è un cattivo maestro.
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