Qualche anno fa era di moda parlare
del pericolo delle sette religiose, e ci si preoccupava dei giovani che vi
finivano prigionieri e subivano il lavaggio del cervello. Ma io sostenevo che
le piccole sette si comportano esattamente come le grandi sette: le religioni.
Si tratta sempre di fare il lavaggio del cervello e di convincere i “fedeli” a
comportarsi come vogliono i leader, fino
a compiere qualunque crimine – uccidere o farsi uccidere.
Oggi tutti vediamo in azione
una grande setta che indice guerre sante, attacca militarmente, ammazza in nome
di Dio e di qualche Califfo, e taglia letteralmente le teste a chi non si
sottomette incondizionatamente. Non pochi individui, ma migliaia di uomini.
E colpisce come anche
migliaia di giovani occidentali subiscano questo lavaggio del cervello e
partano per la guerra. Come si nota, non esiste una religione che non sia una
grande testa e che non richieda il taglio della testa, metaforico o reale.
Certo, se invece di avere
tante religioni, avessimo una spiritualità del decondizionamento ideologico,
non dovremmo lamentare la perdita di tante vite, di tante coscienze.
Ma chi insegna ai nostri
giovani a resistere ai tentativi di indottrinamento e di condizionamento? Chi
insegna loro lo spirito critico? Non certo le nostre religioni, che esaltano
solo la fede e l’obbedienza, e che con l’aiuto dello Stato e dei mezzi di
comunicazione di massa cercano di fare il lavaggio del cervello all’intera
popolazione.
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