Tutte le religioni invitano
ad aiutare e a salvare gli altri. Ottima intenzione, che purtroppo sconfina spesso
nella presunzione e nella volontà di prevaricazione.
Se per aiutare gli altri
intendiamo fare la carità a qualcuno, ce la caviamo a buon mercato. Con qualche
centesimo ci salviamo; e i ricchi si salveranno più di tutti. Insomma, anche il
paradiso ha un prezzo.
Ma, se prima non aiuti te
stesso, non potrai farlo con gli altri. Se sei su una barca che affonda e non
sai nuotare, non potrai salvare nessuno. Prima devi imparare tu stesso a
nuotare.
Quando poi si tratta di
capire qualcosa, il discorso si fa ancora più stringente. Se non capisci tu,
come puoi far capire gli altri?
E arriviamo alla questione
di fondo: che cos’è il vero atto religioso? Dare un tozzo di pane a qualcuno o
aprirgli la mente?
Il problema è che non puoi
aprirgli la mente se, prima, non l’hai aperta tu stesso.
Credete che Dio possa far
diventare intelligente un idiota? Abbiamo visto qualcuno far risorgere i morti.
Ma non abbiamo mai visto nessuno far diventare consapevole uno stupido.
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