Attraverso il sonno
profondo, la natura ci permette di entrare in contatto ogni giorno con il sé
originale. Ma non di conoscerlo, perché, essendo la fonte della coscienza, il
Testimone, non può essere fatto oggetto di conoscenza. Ogni giorno ci
immergiamo nel sé e ne traiamo ispirazione ed energia.
La meditazione più naturale
consiste dunque nel cercare di ricordare questa sorgente. Non si tratta di
adottare una particolare tecnica; è come cercare di ricordare una parola o un
nome che si è dimenticato. Dobbiamo raccoglierci ed evocare il ricordo.
Però dobbiamo stare attenti
a non dividerci. Non sei “tu”, il tuo io, che cerca di ricordare qualcosa; è il
Testimone stesso che deve riaffacciarsi.
Ci vogliono concentrazione,
introspezione, sensibilità, silenzio e attenzione. E ci vuole tranquillità: a
questo servono le varie tecniche preliminari per acquietare, calmare e trovare
un momento di pace (shanti). Ciò che
cerchiamo è la presenza silenziosa e quieta che non viene mai meno.
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