Le persone “normali” non
riescono a stare quiete in una stanza nemmeno per cinque minuti. Subito devono
muoversi o fare qualcosa. E, se non fanno, pensano, fantasticano, rimuginano,
ricordano fatti della vita e guardano film (più o meno mentali).
Anche chi vuol essere
spirituale, che fa? Va in pellegrinaggio, prega, compone sermoni, studia le
fonti antiche, cerca di imitare qualche santo, si circoncide, si battezza,
legge i testi sacri, compie rinunce, fa yoga, cerca maestri, compie complicati
esercizi di meditazione, parte missionario, indossa una tonaca, fa catechismo,
vuole conquistare gli altri…
Nessuno che se ne stia fermo
e quieto nell’unico posto che è la fonte della spiritualità. Lì - nel proprio
sé più profondo.
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