Regola prima per combattere lo stress: considerare il mondo, la
vita, noi stessi, come un film, uno spettacolo, una rappresentazione, in modo
da prenderne le distanze. In fondo siamo tutti apparenze, brevi riunioni di
atomi e molecole che ben presto si dissolveranno. Ciò che viviamo dipende dal
modo in cui lo viviamo: se ci crediamo seriamente, pesantemente, letteralmente,
se crediamo che tutto sia reale e materiale, saremo soggetti ad alti e bassi
continui, a continui traumi e tensioni. Se invece lo considereremo come uno
spettacolo di cui noi siamo spettatori - anche
quando ci riguarda direttamente! - prenderemo tutto con distacco e con
filosofia, e non permetteremo agli eventi di trascinarci su e giù a loro
piacimento. Non saremo più marionette i cui fili sono tirati dagli altri, in
balìa del mondo e del destino. Distacco, dunque.
Lo so che
talvolta la vita diventa drammatica - ma lo è nei limiti in cui le permettiamo
di incidere così su di noi. Se continueremo a considerare tutto una specie di
film, una specie di commedia, niente sarà più così drammatico.
In fondo, il
peggio che possa capitarci è di morire. Ma anche la morte non è che una
rappresentazione. Nessuno di noi nasce veramente e nessuno di noi muore
veramente... vivere e morire sono soltanto apparenze, balletti, danze, commedie
sul grande schermo dell'universo. Quando moriamo, usciamo finalmente dallo
schermo e ci vediamo per quello che siamo… forse nulla.
E anche se ci fossero altre dimensioni, con tanto di paradisi, inferni e purgatori, non sarebbero che altre apparenze.
E anche se ci fossero altre dimensioni, con tanto di paradisi, inferni e purgatori, non sarebbero che altre apparenze.
Noi italiani,
poi, siamo bravissimi a recitare. Per esempio, tutta la nostra vita politica è
soltanto una commedia. Mai nessuno fa niente di serio, nessuno risolve nessun
problema. Recitiamo nella vita pubblica e nella vita privata. Siamo tutti
personaggi di una commedia dell'arte.
Non a caso, il nostro
libro base è la "Divina Commedia".
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