Non è
facile rispondere alle eterne domande su chi siamo, se abbiamo un’anima e se
esiste un Dio. La risposta potrebbe essere un sì o un no. Ma forse le domande
sono poste male, perché da come sono poste le domande, si può rispondere solo
in due modi… troppo poco, troppo insoddisfacente, troppo vecchio.
Più
difficile è cercare risposte a domande che non sappiamo nemmeno formulare.
Questo è il problema: se quelle domande che non portano mai a nulla, vanno
riformulate. E, riformulandole, vengono nuove risposte.
O forse,
più semplicemente, è meglio smettere di pensare in termini dualistici e cercare
di vedere, di sentire, di percepire senza schermi e schemi mentali.
Per
esempio, se la domanda è “chi sono io?”, la risposta non deve più venire da una
razionalizzazione, ma da una percezione della consapevolezza. Non si tratta di
pensare, ma di vedere. Aprire gli occhi e vedere in modo nuovo.
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