martedì 17 dicembre 2019

Fatti e opinioni


In meditazione ci dobbiamo concentrare sulle nostre esperienze concrete, non sulle idee. Anzi dobbiamo proprio distinguere i fatti dalle opinioni.
Per esempio si parla di infinito, ma tutte le nostre esperienze sono finite. Si parla di eternità, ma noi viviamo sempre in un tempo limitato. Si parla di anima e di Dio, ma noi non sappiamo minimamente che cosa siano. Si parla di morte, ma noi la vediamo solo negli altri; in noi troviamo vuoti e mancanze che però non sono definitivi. E, in effetti, la morte dovrebbe essere proprio la fine di ogni esperienza: come fare ad esperirla in vita?
In tutti questi casi utilizziamo concetti astratti e supposizioni. Ma la realtà quotidiana è un’altra cosa.
Però queste idee non nascono a caso. Per esempio, i concetti di paradiso e inferno nascono da esperienze concrete rispettivamente da momenti di estasi e da momenti di dolore. Solo che la nostra mente li interpreta come luoghi concreti.
In meditazione dobbiamo imparare a stare nella realtà e distinguere ciò che pensiamo da ciò che percepiamo. I pensieri sono spesso pure astrazioni o proiezioni. Domandiamoci dunque: che cos’è questo? È un’esperienza che sto facendo qui e ora, o è una mia elucubrazione.
Anche per il concetto di illuminazione dobbiamo stare attenti. Noi non sappiamo che cosa sia la grande illuminazione spirituale. Ma talvolta abbiamo esperienze di comprensione o di intuizione che ci risolvono un problema. Anche qui dobbiamo distinguere la realtà dalle fantasie. Stiamo sul concreto.
In tal senso la meditazione è un esercizio che ci aiuta a uscire dalla confusione mentale, in cui i fatti sono inquinati dalle opinioni e dalle fantasie, per ritrovare il contatto con la realtà.

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