mercoledì 7 novembre 2018

Vita e morte


C'è una vita dopo la morte? ci domandiamo.
Ma con ciò presupponiamo di essere nella vita e di aspettarci la morte. Chi lo dice? E se fossimo nella morte? Se tutto ciò che viviamo fosse nient'altro che uno stato di morte o lo stato che accompagna il morire quando si rivede la propria esistenza? E se la morte fosse in realtà una nascita alla vita?
Tutto dipende da come definiamo le esperienze. Anzi, dal de-finire. Perché ciò che de-finiamo è già morto. E' come lo scienziato che per studiare la farfalla la fissa con spilloni e poi la esamina; così facendo, ciò che definisce non è la farfalla viva ma la farfalla morta. Cioè, è l'atto stesso del definire che introduce la morte.
La realtà è paradossale, contraddittoria e indeterminata. Perché, per esempio, se c'è amore c'è odio? Perché un attimo prima c'è una grande amore e un attimo dopo c'è un grande odio? O viceversa? Perché sono come due facce di una stessa medaglia, e ad ogni istante può mostrarsi l'una o l'altra faccia. Dipende da come ci approcciamo al fenomeno.
Che cos'è la vita e che cos'è la morte? Impossibile definirlo. Perché definire significa usare un pensiero che seziona, divide, isola e separa; in sostanza cambia le cose. Il pensiero deve isolare dal contesto e mettere gli spilloni alla farfalla, uccidendo l'essere vivo.
Nella fisica ci si domanda se l'elettrone sia una particella o un'onda. E si risponde che è l'una e l'altra cosa: tutto dipende da come ci si approccia, dal fatto stesso di conoscere. Perché l'atto stesso del conoscere cambia la sostanza delle cose.
Come fare a isolare un essere vivente? Io sono convinto di essere una data persona, ma lo sono o quella persona è una mia idea? Da dove incomincio a essere? Dalla nascita? Ma prima di nascere ero nei geni dei miei genitori e prima ancora nei geni dei loro genitori, e così via, fino all'origine. Dunque, quando ho incominciato ad essere? Certo molto prima della mia nascita come individuo tal dei tali.
In realtà siamo tutti connessi fin dall'origine, anzi siamo tutti la stessa persona, e fin dall'origine eravamo. Poi, in certi periodi, siamo venuti alla luce sotto questa forma o un'altra; poi siamo ritornati in ombra; poi siamo ritornati alla luce...
Che cosa determina il fatto che ci sia o non ci sia una luce che illumini e isoli? E' l'atto dell'osservazione, della conoscenza, dell'essere attenti, dell'essere coscienti, che pone in vita - in una certa esistenza.
Ma l'essere nostro e di tutti era già da prima ed esisterà anche dopo la morte di questo o quell'individuo. Insomma né nasciamo né moriamo veramente, ma ci trasformiamo. Semplicemente si sposta il fascio di luce, ora illuminando e ora oscurando.
Ecco il potere della coscienza e della conoscenza. Nascere è essere investiti dal fascio di luce. E morire è tornare al buio. O viceversa. In ogni caso, anche le celebrità, quando non sono più sotto il fascio dei riflettori, continuano a vivere, a modo loro.
Allora, vivi o morti?
Né mai nati né mai morti. Coraggio.

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