C'è
una vita dopo la morte? ci domandiamo.
Ma
con ciò presupponiamo di essere nella vita e di aspettarci la morte. Chi lo
dice? E se fossimo nella morte? Se tutto ciò che viviamo fosse nient'altro che
uno stato di morte o lo stato che accompagna il morire quando si rivede la
propria esistenza? E se la morte fosse in realtà una nascita alla vita?
Tutto
dipende da come definiamo le esperienze. Anzi, dal de-finire. Perché ciò che
de-finiamo è già morto. E' come lo scienziato che per studiare la farfalla la
fissa con spilloni e poi la esamina; così facendo, ciò che definisce non è la
farfalla viva ma la farfalla morta. Cioè, è l'atto stesso del definire che
introduce la morte.
La
realtà è paradossale, contraddittoria e indeterminata. Perché, per esempio, se
c'è amore c'è odio? Perché un attimo prima c'è una grande amore e un attimo
dopo c'è un grande odio? O viceversa? Perché sono come due facce di una stessa
medaglia, e ad ogni istante può mostrarsi l'una o l'altra faccia. Dipende da
come ci approcciamo al fenomeno.
Che
cos'è la vita e che cos'è la morte? Impossibile definirlo. Perché definire
significa usare un pensiero che seziona, divide, isola e separa; in sostanza
cambia le cose. Il pensiero deve isolare dal contesto e mettere gli spilloni
alla farfalla, uccidendo l'essere vivo.
Nella
fisica ci si domanda se l'elettrone sia una particella o un'onda. E si risponde
che è l'una e l'altra cosa: tutto dipende da come ci si approccia, dal fatto
stesso di conoscere. Perché l'atto stesso del conoscere cambia la sostanza
delle cose.
Come
fare a isolare un essere vivente? Io sono convinto di essere una data persona,
ma lo sono o quella persona è una mia idea? Da dove incomincio a essere? Dalla
nascita? Ma prima di nascere ero nei geni dei miei genitori e prima ancora nei
geni dei loro genitori, e così via, fino all'origine. Dunque, quando ho
incominciato ad essere? Certo molto prima della mia nascita come individuo tal
dei tali.
In
realtà siamo tutti connessi fin dall'origine, anzi siamo tutti la stessa
persona, e fin dall'origine eravamo. Poi, in certi periodi, siamo venuti alla
luce sotto questa forma o un'altra; poi siamo ritornati in ombra; poi siamo
ritornati alla luce...
Che
cosa determina il fatto che ci sia o non ci sia una luce che illumini e isoli?
E' l'atto dell'osservazione, della conoscenza, dell'essere attenti, dell'essere
coscienti, che pone in vita - in una certa esistenza.
Ma
l'essere nostro e di tutti era già da prima ed esisterà anche dopo la morte di
questo o quell'individuo. Insomma né nasciamo né moriamo veramente, ma ci
trasformiamo. Semplicemente si sposta il fascio di luce, ora illuminando e ora
oscurando.
Ecco
il potere della coscienza e della conoscenza. Nascere è essere investiti dal
fascio di luce. E morire è tornare al buio. O viceversa. In ogni caso, anche le
celebrità, quando non sono più sotto il fascio dei riflettori, continuano a
vivere, a modo loro.
Allora,
vivi o morti?
Né
mai nati né mai morti. Coraggio.
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