domenica 4 novembre 2018

La meditazione universale


Un saggio musulmano – un sufi – era solito starsene seduto in meditazione, immobile, imperturbabile e attento. Non parlava, non si faceva distrarre dalle gente intorno, quasi non respirava. Un giorno, durante una pausa, un curioso gli domandò:
“ Da chi hai imparato a meditare in questo modo?”
“Da un gatto.”
“Che cosa intendi dire?”
“Da un gatto che se ne stava acquattato davanti alla tana di un topo.”
Questo dimostra che la meditazione è una pratica comune a tutte le religioni, anche se non in tutte ha la stessa importanza. Qui abbiamo un sufi musulmano che ci indica il tipo di concentrazione e di attenzione che sono richieste per veder più chiaro nei misteri della vita e per cogliere l’essenza delle cose.
Di solito gli uomini adottano un simile atteggiamento quando si trovano di fronte a esperienze molto piacevoli o a grandi pericoli. Ma noi possiamo imparare a meditare in condizioni normali, anche da un gatto… concentrazione, attenzione, pazienza, rilassamento, chiarezza, prontezza.

1 commento:

  1. Molti saggi orientali ritenevano/ritengono che i gatti sono dei grandi maestri zen!!

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