martedì 20 novembre 2018

L'utopia di Beppe Grillo


Leggevo un articolo del blog di Beppe Grillo, scritto da Michael Laitman sulla sua visione utopica, secondo cui “la motivazione a contribuire alla società dovrebbe cambiare, da una motivazione monetaria a una motivazione puramente prosociale e pro-connettiva: quella in cui ci eleviamo al di sopra delle nostre tendenze egoistiche, pensando, connettendo, a beneficio degli altri membri della società. Ciò servirebbe da fonte di costante motivazione, incoraggiamento e, in definitiva, aprirebbe la strada a una società di individui uniti, felici e sicuri.
Lo strumento con cui si realizzerebbe questo bel programma dovrebbe essere, da una parte, il famoso reddito di base universale, e, dall’altra parte, un collegamento ad una rete in cui tutti dovrebbero liberamente esprimersi. “Immaginate che esista un servizio online, una piattaforma, se volete un social network, in cui tutte le mattine le persone si connettono e discutono tra loro. Dopo aver terminato la discussione, alcune persone vanno a lavorare, altre rimangono nella rete per partecipare ad altre attività, siano esse discussioni, lezioni o corsi per approfondire la loro conoscenza della natura, lo sviluppo umano, la psicologia o per migliorare le abilità di vita, le relazioni , genitorialità o salute, finanza personale, gestione del tempo o partecipazione a gruppi per supportare una vasta gamma di interessi e situazioni di vita.”
       Ma, secondo voi, basterebbero strumenti così semplici per eliminare egoismo, gelosia, invidia, arrivismo e competitività? Basterebbe avere un reddito minimo e partecipare a discussioni in rete?
È lecito sognare una società del genere. Ma bisogna essere molto ingenui per pensare che possa funzionare, senza che si estirpino le tendenze, profondamente connaturate, a essere superiori agli altri, ad avere di più, a vedere nemici e concorrenti dappertutto. Ci ha provato il cristianesimo, ci ha provato il comunismo, e tutti sono falliti.
L’egoismo umano è invincibile, anche perché è legato ad una mancata presa di coscienza e all’incapacità di vedere se stessi. Ci vuole ben altro per cambiare profondamente l’animo umano.

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