mercoledì 28 novembre 2018

Il potere dello sguardo


Potremmo dire che lo scopo della meditazione è la realizzazione di tutto il nostro potenziale, che è nelle nostre mani, non in quelle di qualcun altro. Qui non ci sono salvatori, qui dobbiamo salvarci con le nostre stesse forze. Ma, per farlo, occorre andare oltre il piccolo ego e consolidare il nostro vero sé.
Si tratta prima di un processo di disidentificazione dal piccolo io e poi di un processo di scoperta di un un sé molto più profondo e più potente. Questo sé non ha piccole risorse; è un microcosmo che ha gli stessi poteri che hanno dato vita al macrocosmo.
Conoscere se stessi è conoscere ogni cosa nell’universo. Ciò che è fuori di noi è anche dentro di noi. L’energia che ha creato il mondo è anche l’energia che abbiamo dentro e che possiamo mobilitare.
Lo strumento che abbiamo a disposizione è la consapevolezza interiore. Il mondo e l’io sono ciò di cui siamo consapevoli, e viceversa. Cambiando la nostra consapevolezza, cambiamo il mondo, e viceversa.
In particolare dobbiamo cambiare il rapporto che abbiamo con noi stessi. Non siamo sugheri sballottati dalle onde. E non dobbiamo stare né troppo fuori né troppo dentro. Dobbiamo porci nel punto di passaggio tra fuori e dentro, ma macrocosmo e microcosmo.
Il nostro sguardo consapevole non serve solo a guardare fuori, a riflettere il mondo esteriore, ma anche a trasformarlo. È come se il mondo dovesse passare prima dentro di noi e poi cambiato. Questo è il potere del nostro sguardo. Ma non dobbiamo guardare come guardiamo oggi, come siamo abituati a fare, completamente identificati con un ego limitato e ripetitivo.
Dobbiamo cambiare il rapporto con quell’io. “Non sono io che guardo. Il mio io è lo strumento con cui il mondo guarda e trasforma se stesso. È da come guardiamo che il mondo è.

Nessun commento:

Posta un commento