L'uomo è un animale malato,
diceva Nietzsche; e noi aggiungiamo: malato di mente. Pensiamo che solo in
Europa abbiamo combattuto gli uni contro gli altri per secoli e che solo nel
Novecento abbiamo scatenato due guerre mondiali. Nella prima, milioni di uomini
sono morti per spostare un trincea di qualche metro. Nella seconda abbiamo
assistito all'esplosione del nazismo, del fascismo, del razzismo e del
comunismo, anche qui con milioni di vittime. E che cosa è successo poco tempo
fa nella ex Jugoslavia? Una follia. E lasciamo perdere quel che avviene in
Africa, in Sud America e nei paesi arabi.
Descritto dall'esterno l'uomo appare dominato da una malattia
mentale che lo porta a uccidere chi appartiene ad un altro gruppo, chi si
comporta o semplicemente chi la pensa diversamente. Una specie di sindrome
paranoica che proietta nell'altro il nemico "mortale". Ancora oggi
nelle nostre democrazie ci sono partiti che hanno per fondamento l'identità
etnica e che incitano all'odio per l'immigrato, per il diverso, per chi ha
un'altra religione, per chi la pelle di un colore diverso o per chi abita un po'
più in là,
Alla base di questa follia c'è la convinzione che l'altro
possa minare la nostra identità, il nostro ego... un ego che comprende solo qualche
familiare e qualche amico, ma che, al di là di questi stretti confini, vede
subito nemici.
Qualche illuminato ha cercato di portare un po' di luce nelle
menti ottenebrate di questa razza di scimmie, ma ancora una volta la ricerca
della luce è stata interpretata come una guerra contro le tenebre. La luce
contro le tenebre.
Non è così. Le tenebre si scacciano accendendo la luce, non
combattendo il buio.
Il nemico non è fuori, è dentro. E non lo si può vincere
combattendo un nemico esterno.
In tutto questo, è evidente il feroce retaggio animale, la
mancanza di consapevolezza. Ma è difficile portare un po' di luce senza
scatenare qualche nuova crociata. Le religioni hanno tentato di far qualcosa,
ma subito si sono trasformate in ideologie armate, disposte a combattersi anche
con le armi. Vedi i terroristi, i fondamentalisti...
Il punto è che ognuno deve convincere se stesso, deve
scacciare le tenebre da se stesso, deve liberarsi da solo della propria follia.
Non c'è una pillola per diventare saggi. Non c'è un farmaco per diventare
consapevoli.
Non si può diventare consapevoli in massa. Ognuno deve farlo
da solo.
Lo sviluppo della consapevolezza è l'unica spiritualità. Tutto
il resto è una vernice con cui un ego paranoico dipinge se stesso in termini di
superiorità. Intorno a noi vediamo individui che ammantano di nobili parole le
loro ignobili intenzioni. Gridano, parlano, fanno comizi, pontificano, sono
sempre in televisione, ma non hanno un attimo di auto-coscienza, non riescono a
vedere se stessi.
La consapevolezza si accende solo se ci si guarda, se si fa un
passo indietro per contemplare se stessi, la propria mente e i propri
comportamenti. Non in altri modi, non parlando, non pregando, non discutendo.
Ma guardando se stessi e staccandosi dal proprio ego. Solo così, in questo
distacco mentale, si crea un attimo di interruzione, una fessura, da cui può
irrompere un po’ di luce.
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