Il
valore della vita non è dato dal fatto in sé di essere vivi, ma dal fatto che
si tratta di un punto di passaggio, di un ponte, di un’occasione per passare
oltre. Stesso ragionamento per il sé, che non vale in quanto ego, ma in quanto
strumento di passaggio e trampolino di lancio.
Esattamente
come l’infanzia, che non ha un valore in sé ma in quanto fase evolutiva che
porta ad altro. Se rimanessimo sempre bambini, non andremmo molto lontano.
La
verità è che a una certa età siamo tutti solo lontani parenti di quelli che
fummo nell’infanzia. Molte cose sono cambiate e superate e, se anche potessimo
vivere altri cento anni, ci ritroveremmo nella condizione dei reincarnati che
si sono dimenticati le esistenze precedenti. Anche la cosiddetta anima sarebbe
quasi del tutto cambiata.
Ed è
quello che avviene nella realtà. Chi si ricorda di essere già vissuto e di
essere stato pesce, anfibio, pianta o animale?
Questo
per dire che ci troviamo sempre in uno stato di transizione e che sarebbe
ingenuo sperare di rendere eterno ciò che è transitorio. Il tramontare è il nostro destino.
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