Ricordiamoci
che non esistono solo religioni che esaltano il potere redentore della
sofferenza, ma che esistono anche religioni che esaltano il potere redentore e
illuminante della gioia.
Nel tantra per esempio troviamo il
seguente esercizio: "Quando provi il piacere dell'orgasmo, realizza che
quel piacere è la beatitudine divina. Hai trasceso ogni pensiero e ti sei
svuotato. Tu sei il dio e lei è la dea. E la beatitudine nasce dall'unione
degli opposti". E ancora: "Guarda con amore la persona che ami.
Rimani fermo in quell'amore. Lì c'è la luce".
Similmente in una Upanishad troviamo il
seguente paragone: "Come tra le braccia della donna amata un uomo non si
ricorda più né del mondo interiore né del mondo esteriore, così il tuo spirito,
abbracciato dallo Spirito universale, non pensa più né al mondo esteriore né al
mondo esteriore, e trova la condizione beata in cui ogni desiderio è colmato, in
cui non ci sono più né ansie né dolori".
Come si vede, siamo lontani mille miglia
dalla concezione penitenziale e repressiva di tante religioni, e si dichiara
chiaramente che la gioia, il piacere e l'estasi avvicinano al Divino.
In effetti è molto più facile percepire la trascendenza quando si è gioiosi e felici che quando si soffre e si è disperati.
La grande sofferenza abbruttisce anche lo spirito.
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