Ci sono vicende della vita che non
possiamo controllare, perché sono più forti di noi. È come cadere nella
corrente di un fiume impetuoso. Non serve a nulla agitarsi scompostamente e
mettersi a nuotare per contrastare la forza della corrente. Così facendo, non
usciamo dal fiume ed esauriamo le nostre energie.
Meglio farsi trasportare per un po’ dal
fiume, mantenendo la calma. Non serve a niente resistere e cercare di lottare
contro una forza che ci sovrasta. È inutile puntare i piedi o cercare di nuotare
controcorrente.
Conviene anzi lasciarsi trasportare,
limitandoci a rimanere a galla. Se siamo fortunati, provvederà il fiume stesso
a trasportarci in un ansa più tranquilla dove con poche bracciate potremo
uscire e salvarci.
Ad un maestro zen, un discepolo domandò
una volta: “Oggi fa un caldo terribile. Come possiamo uscirne?”
“Scendi fino in fondo alla fornace”
rispose il maestro.
“Ma, così facendo, mi brucerò?”
“Niente ti darà più fastidio.”
Questo metodo per uscire dalle
difficoltà non è sempre fattibile. Ma, in alcuni casi, è la salvezza.
Quando non possiamo dominare gli
eventi, anziché resistere, anziché cercare di evitare, è meglio farci trasportare per un po’ dalla forza
che ci trascina, andando fino in fondo all’esperienza e cercando il momento
buono per uscirne fuori.
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