La scienza s’illude di raggiungere una
visione obiettiva del mondo. In realtà rimane condizionata dalla modalità
mitologica che credeva di essersi lasciata alle spalle.
Si pensi ai concetti di “singolarità”,
di big bang, di big crunch, che sono solo versioni scientifiche del mito del
creatore. Pensiamo alle illusioni sulla
consistenza e sulla natura ultima delle particelle atomiche.
Il cosmo è eterno, non ha né inizio né
fine, si autogestisce e non ha bisogno di nessun padrone e di nessuna sostanza.
Anche la scienza resta dunque all’interno
di maya, la dea dell’illusione. Tant’è
vero che la radice sanscrita ma
significa “misurare”.
Noi proiettiamo misure in un cosmo che
non ne ha.
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