Se la caratteristica delle filosofie orientali è scoprire che tutto è apparenza, anche la nostra civiltà occidentale
ha raggiunto la stessa conclusione – ma con conseguenze opposte.
Mentre in Oriente scoprire che tutto è
apparenza porta a sminuire l’importanza e lo stress delle vicende umane, e a
far emergere la centralità della consapevolezza spirituale, in Occidente è
esattamente il contrario: l’apparire vuol conferire ancora più importanza alle
piccole faccende umane e svuota l’individuo di ogni autenticità, quindi di ogni
spiritualità.
Che non è la spiritualità di un’anima,
di una sostanza eterna, ma lo svuotamento di tutto ciò che è falso e
artificiale.
Ora, l’anima, per definizione, è ciò
che sta nella più profonda interiorità, ed è quindi raggiungibile togliendo ad
una ad una le sfoglie, gli strati esterni, le apparenze.