domenica 17 gennaio 2016

Meditare per la pace

È più che evidente che gran parte delle tragedie attuali (miseria, fame, emigrazioni incontrollate, terrorismo, ecc.) è provocata dalle guerre tra uomini e che le religioni, anziché lavorare per la pace, contribuiscono a dividere fornendo le ideologie di supporto per le discriminazioni e gli scontri.
Non si tratta dunque di tragedie naturali, come potrebbero essere un terremoto o il maltempo, ma di tragedie provocate dall’aggressività umana, dall’avidità, dalla volontà di potere e dal desiderio di predominio.
Non può esserci vera pace se non si prende coscienza di questa aggressività umana, non a livello generale – cosa che hanno già fatto senza costrutto le religioni e le filosofie – ma a livello individuale.
Non può esserci pace esterna se non c’è pace interna. E la pace interna è il prodotto di un lavoro su di sé. Non serve a niente cercarla in una chiesa, in un tempio, in una sinagoga, a Gerusalemme o alla Mecca.
La non-aggressività è il frutto di un’operazione interiore.
Prima di parlare di pace, bisogna creare la pace dentro di sé.



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