Siamo
privi di un sé indipendente, autonomo, isolato e autosufficiente non per una
beffa del destino, ma proprio per essere ( e perché siamo) tutti interconnessi
e interdipendenti.
Se
fossimo semplici monadi, senza porte e senza finestre, senza agganci con gli
altri, saremmo un’accozzaglia di esseri discordanti che non potrebbero né
comunicare né coordinarsi.
Invece,
siamo un rete interconnessa e armonica.
Perfino
l’aria che respiriamo è il frutto di un’armonia di fondo.
Le
nostre contese, le nostre guerre, le nostre avidità sembrano andare contro questa
armonia, eppure fanno parte anche loro del grande gioco.
Essere
liberi è essere liberi dall’avidità… perfino di essere o di non essere.
Sedere
in meditazione, sereni e senza secondi fini, contemplando le leggi del
divenire, è già essere liberi.
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