Quando parliamo di Dio,
in effetti ci riferiamo ad una nostra idea o ad un nostro sentimento di Dio, o
a quello che ci viene riferito da una religione. Ma non sappiamo minimamente
che cosa sia Dio, non ne abbiamo la minima esperienza.
Quando lo definiamo
Infinito, Eterno, Essere, ecc., utilizziamo concetti astratti che nulla hanno a
che fare con la realtà. Che cosa sarà mai l’Infinito? Per noi è il semplice contrario
del finito. Ma che esperienza possiamo mai averne? Nessuna.
Quindi noi non possiamo
meditare su Dio. Un Dio definito sarà sempre un’idea della nostra mente, non
altro.
Di Dio non possiamo
dire che cosa è, ma solo che cosa non è.
Questo è il metodo apofatico.
Se quindi vogliamo
concentrarci su Dio, è molto meglio smettere di produrre concetti o immagini
mentali, fare il vuoto della mente.
Il vuoto mentale è
molto più vicino a Dio di tutte le nostre idee. Come diceva Kierkegaard, “il
vuoto, invece di essere la radice di ogni male, è il solo vero bene.”
Meditare su Dio non
significa metterci di fronte a qualche immaginetta sacra, ma metterci di fronte
a ciò che non conosciamo.
Ecco perché le
religioni, con le loro idee precostituite di Dio, sono controproducenti e ci
allontanano proprio da ciò in cui vorrebbero farci credere.
Nessun commento:
Posta un commento