Il teologo Vito
Mancuso, nel suo ultimo libro Dio e il
suo destino (Garzanti, 2015), scrive che continua a credere in Dio, ma non
nel Dio della dottrina ufficiale della Chiesa cattolica. Che è concepito come
un padre onnipotente, infinitamente buono ma anche ingiusto e oppressivo.
Secondo lui, la decadenza
del cattolicesimo deriva dal fatto che questa religione è diventata “trascurabile,
noiosa, oppressiva, insipida,” avendo “ridotto Dio a un imbarazzante Grande
dittatore.”
Io aggiungo che la
Chiesa è diventata la propugnatrice di ogni oscurantismo sociale, il punto di
riferimento di ogni pensiero reazionario.
Non c’è mai stata un’epoca
in cui abbia proposto qualche idea progressista, qualche cambiamento. Solo conservazione
e dogmi imbalsamati.
Basti vedere come si
oppone oggi a chi propone di regolamentare le unioni civili e omosessuali. Una
battaglia retrograda, un odio feroce per ogni cambiamento, per ogni tentativo
di dare più diritti agli uomini.
Una Chiesa piena di anime
morte, attenta sola al proprio potere e al proprio denaro. Come dice L’Espresso,
mentre la Chiesa manifesta per la famiglia tradizionale, le diocesi fanno
affari. Ai vescovi risalgono società private, quote azionarie, partecipazioni
bancarie, in tutti i settori, senza alcuna trasparenza.
Questo interessa alla
Chiesa. Questo e il controllo degli ingenui che ancora credono, per ignoranza,
che Gesù abbia voluto fondare un’istituzione che ripropone tutto ciò contro cui
aveva combattuto.
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