Diceva
il sociologo Sabino Acquaviva che, se una persona ha un’esperienza religiosa
interiore, ha maggior equilibrio e resiste meglio alle avversità.
Ma,
se uno è soltanto osservante, cioè se ha una religiosità puramente esteriore,
senza partecipazione, puramente conformista, non cambia nulla.
Dove
sta la differenza?
Nella
vivezza dell’esperienza interiore, della vita interiore.
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