sabato 30 gennaio 2016

Il percorso del karma

Un lettore mi pone una domanda intelligente: “Sia parla tento di Karma e dei debiti e/o crediti che ognuno avrebbe accumulato in merito e quindi della vita che gli spetta. C’è un grosso dubbio però che mi turba: secondo te come è avvenuta la prima attribuzione karmica negli individui, considerando che la prima incarnazione dovrebbe, per giustizia, aver dato a tutti le stesse possibilità di poter incidere sulla propria vita e che il libero arbitrio non è mai neutro perché influenzato dalle nostre tendenze ereditate?”

La risposta è semplice: creare significa differenziare, cioè creare delle differenze.
Quindi un attimo prima tutti sono uguali, un attimo dopo incominciano a differenziarsi.
Creare lo spazio-tempo significa creare condizioni differenti e perciò sviluppi differenti.
Se però i punti di partenza sono diversi, il punto di arrivo sarà lo stesso per tutti, e alla fine tutto si riunirà nell’Uno.
In Oriente si parla a questo proposito di lila, “il gioco di Dio.”
Resta il fatto che le differenti condizioni di partenza, e quindi le ingiustizie, dipendono all’origine dalla Forza creatrice, non dall’uomo. La responsabilità dell’uomo ha inizio a partire dalla nascita della coscienza, non prima. È da Dio che nasce il bene ma anche il male.
Guardiamoci intorno: tutti vediamo le disparità di destino/karma e le innumerevoli ingiustizie “naturali.” Chi vive cent’anni e chi vive poche ore, pochi giorni, pochi anni. Chi deve soffrire per malattie e avversità e chi avrà successo e sarà felice. Chi nasce in un luogo sfortunato e chi nasce in un bel paese e in una bella famiglia. Chi sarà ricco e chi sarà povero. Chi nasce in un’epoca e chi nasce in un'altra…
Essere nati uomini, e non scarafaggi o topi, è un’occasione preziosa. Perché ci permette di pensare e di essere coscienti. Ma, per non tornare indietro (come nel gioco dell’oca), è necessario sviluppare proprio la consapevolezza.

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