È
stato giustamente detto che il pianto e il riso indicano i limiti del
linguaggio, in quanto esistono stati d’animo che le parole non riescono ad
esprimere.
Ma
questa constatazione ci deve mettere sull’avviso su tutte le nostre concezioni
basate sul linguaggio. Si tratta infatti di idee non solo soggettive, ma anche
limitate, insufficienti a descrivere la realtà.
Esiste
insomma una verità che va oltre le parole.
Il
linguaggio deve dividere e contrapporre tutto ciò che conosce ed è quindi
incapace di cogliere la complementarità degli opposti (bene-male, amore-odio…).
Ecco
perché, per meditare, è necessario andare al di là del pensiero duale,
esercitando un’intuizione profonda che coglie l’unità delle cose.
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