Fino ad un certo punto,
credere in una religione può essere un aiuto. Ma, da un certo punto in poi, è
un ostacolo.
Vivekananda diceva che,
se è una benedizione nascere in una religione, morire in una religione è una
sventura.
Non esiste infatti una
religione che esprima tutta la verità. La verità è al di là di qualsiasi
credenza, fede, spiegazione, dogma, vangelo o insegnamento. Non si può apprenderla
dal di fuori, come una materia scolastica, ma deve essere scoperta e verificata
dentro di sé.
Non è credibile che
tutto ciò che ti dice una religione sia la verità. Gli uomini infiorettano,
aggiungono e interpretano a modo loro e nel loro interesse. Dio non ha mai
fondato nessuna religione.
Insomma, è necessario
uscire dagli angusti limiti delle religioni umane. Se non si capiscono questi
limiti, si rimane in balia di semplici credenze umane.
Le religioni possono
essere un trampolino di lancio. Ma, poi, spetta a noi lanciarci e spiccare il
volo, lasciandoci alle spalle tutto il vecchio, il noto e il tradizionale e aprendoci una nostra via.
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