Stretti fra i due
fuochi di coloro che credono in qualche divinità salvatrice e coloro che non
credono in nulla, possiamo dedicarci alla contemplazione del sé, che è tutto
ciò che abbiamo e che siamo - l’unica cosa “concreta”.
Qui non si tratta di
credere o di non credere, ma di concentrarci sul nostro stesso essere, al di
fuori della mente discriminatrice e dualistica.
Alla domanda sul senso
della vita, rispondiamo così: con l’osservazione di ciò che vive in noi.
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