Lao-tzu osservava che,
per far tornare l’acqua limpida, bisogna mantenerla ferma: a poco a poco, il
fango si depositerà sul fondo e l’acqua tornerà ad essere trasparente.
Lo stesso avviene per
la mente: più la teniamo immobile, più diventa limpida.
Ma come si fa a mantenerla
immobile? Innanzitutto passiamo per il corpo.
Negli Yogasutra di Patanjali si dice che l’asana, la postura del corpo, deve essere
comoda e stabile.
Non è facile tenere il
corpo immobile, perché c’è sempre qualcosa che si muove: il cuore, la
circolazione del sangue, i polmoni, gli occhi, ecc. Ma intanto possiamo tenere
fermi gli arti, la testa e il tronco. La posizione deve essere eretta ma non
rigida. Di solito è seduta, ma si può stare anche in piedi o sdraiati.
Ora fermiamo gli occhi:
non sbattiamo le ciglia, non deglutiamo, non tiriamo su col naso. Di solito, se
si fermano gli occhi, si immobilizzano anche i pensieri. E questo è il nostro
obiettivo.
Possiamo infine chiudere
gli occhi, espirare a fondo, trattenere il respiro e concentrare lo sguardo sulla
luminosità interiore.
Qui scompaiono il mondo
e il corpo stesso, e ci troviamo proiettati nello spazio infinito.
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