La verità è che tutte le
nostre teologie e filosofie, tutte le nostre parole, non dicono assolutamente
nulla della realtà ultima. Perché la nostra stessa mente, con la sua struttura
duale, non può cogliere ciò che la trascende. I nostri concetti non sono che giochi
infantili, castelli di sabbia che la prima ondata spazzerà via.
La matematica riesce a
ipotizzare mondi a quattro, cinque… undici o n dimensioni. Ma la mente non può;
è limitata a due-tre.
Già Heidegger, arrivato ai
limiti della logica, si era arreso. E Nietzsche era impazzito.
Ma, allora, se il nostro
pensiero non ce la fa, che cosa possiamo fare? Che mente adottare?
La non-mente.
Ottenere la non-mente è
spalancare le porte all’inconcepibile.
Dobbiamo smettere di
pensare, mantenendo però vigile e aperta l’attenzione: questa è meditazione
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