Chi crede in un Dio esterno,
Padrone, Creatore e Giudice del mondo è sempre etero diretto. Ha cioè bisogno
di dipendere da un alto potere, da un altro-da-sé che sente come irriducibile.
Dio è per lui il “totalmente altro.”
Chi è più maturo
spiritualmente incomincia a capire che Dio e il mondo non sono irriducibili
l’uno all’altro, e che in ogni atomo della terra c’è il Tutto e il Tutto in
ogni atomo. Supera allora l’idea del Dio-idolo da adorare al di fuori di sé,
pensa che Dio è una grande cosa ma anche una cosa piccola e umile – “il
mormorio di un vento leggero” come dice (eccezionalmente) la Bibbia (1 Re
19,12).
Vedere il divino in ogni cosa
e ogni cosa nel divino.
"Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvatico, tenere l'infinito nel palmo della mano e l'eternità in un'ora."
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