sabato 6 settembre 2014

Il Dio della trascendenza

Di solito la gente che crede in Dio, lo pensa a misura d’uomo. Una specie di persona, molto potente. Cristianesimo, islam, giudaismo… Per il cristianesimo, Dio si è fatto addirittura uomo.
I più accorti pensano allora che Dio sia trascendenza inconcepibile, al di là delle nostre nozioni di bene e di male. E probabilmente è così.
Ma resta il problema che questo Dio trascendente e immensamente potente avrebbe creato un mondo dominato dal dualismo e dalla finitezza delle cose, un modo che, accanto a tante cose belle, presenta aspetti feroci e malvagi (pensiamo solo alle legge dell’evoluzione). Come mettere insieme le due cose?
Se Dio è al di là del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto, del piacere e del dolore, perché ha dato vita ad un universo in cui predominano invece questi dualismi?
Può darsi che tali dualismi siano solo il prodotto della mente umana. Ma di nuovo si presenta il problema: perché la mente umana è così?
Non è che anche il concetto di Dio, per quanto lo si pensi, sia un parto mentale?

In tal caso, per pensare “Dio”, l’Origine, bisogna fare il vuoto di tutti i concetti.

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