giovedì 18 settembre 2014

Il valore della quiete

Come già scriveva Nietzsche in Umano troppo umano, il mondo moderno è caratterizzato da una grande agitazione che impedisce alla nostra cultura di maturare i suoi frutti. Gli individui sono irrequieti, si muovono in fretta, cercano di fare troppe cose, corrono avanti e indietro e non sanno stare fermi nemmeno per un po’ di tempo: subito devono telefonare, guardare la televisione, cercare qualche passatempo, spostarsi in un altro posto o pensare alle cose fatte o da fare. “È come se le stagioni si susseguissero troppo rapidamente” commenta Nietzsche.
Ma il problema è che, “per mancanza di quiete la nostra civiltà sfocia in una nuova barbarie”. In nessun’altra epoca, gli agitati, gli irrequieti e gli iperattivi hanno avuto più importanza. Ecco perché, “una delle maggiori correzioni che si devono apportare al carattere dell’umanità è quella di rafforzare in larga misura l’elemento contemplativo.” Chi riesce ad essere calmo nel cuore e nella mente non solo possiede una grande fortuna, ma aiuta in modo consistente il processo di pacificazione del genere umano, facendo diminuire la febbre generale.

Sì, dovremmo introdurre nelle scuole, nei posti di lavoro e nelle famiglie un’ora o una mezz’ora di contemplazione, dedicata alla ricerca della calma interiore e dell’acquietamento psico-fisico. L’intera umanità ne trarrebbe un giovamento immediato.

1 commento:

  1. E' una buona idea. E ogni insegnante, senza aspettare ordini dall'alto, potrebbe metterla in pratica sua sponte. Ma mi immagino qualche docente di religione: "Ma come, io ho un'ora alla settimana per classe e mezza la devo passare in contemplazione? Non scherziamo!". Già, e chi scherza? Non è propriamente religiosa la contemplazione?

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