Come già scriveva Nietzsche
in Umano troppo umano, il mondo
moderno è caratterizzato da una grande agitazione che impedisce alla nostra
cultura di maturare i suoi frutti. Gli individui sono irrequieti, si muovono in
fretta, cercano di fare troppe cose, corrono avanti e indietro e non sanno
stare fermi nemmeno per un po’ di tempo: subito devono telefonare, guardare la
televisione, cercare qualche passatempo, spostarsi in un altro posto o pensare
alle cose fatte o da fare. “È come se le stagioni si susseguissero troppo
rapidamente” commenta Nietzsche.
Ma il problema è che, “per
mancanza di quiete la nostra civiltà sfocia in una nuova barbarie”. In
nessun’altra epoca, gli agitati, gli irrequieti e gli iperattivi hanno avuto più
importanza. Ecco perché, “una delle maggiori correzioni che si devono apportare
al carattere dell’umanità è quella di rafforzare in larga misura l’elemento
contemplativo.” Chi riesce ad essere calmo nel cuore e nella mente non solo
possiede una grande fortuna, ma aiuta in modo consistente il processo di
pacificazione del genere umano, facendo diminuire la febbre generale.
Sì, dovremmo introdurre
nelle scuole, nei posti di lavoro e nelle famiglie un’ora o una mezz’ora di
contemplazione, dedicata alla ricerca della calma interiore e
dell’acquietamento psico-fisico. L’intera umanità ne trarrebbe un giovamento
immediato.
E' una buona idea. E ogni insegnante, senza aspettare ordini dall'alto, potrebbe metterla in pratica sua sponte. Ma mi immagino qualche docente di religione: "Ma come, io ho un'ora alla settimana per classe e mezza la devo passare in contemplazione? Non scherziamo!". Già, e chi scherza? Non è propriamente religiosa la contemplazione?
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