Diceva il monaco cristiano-induista, Henri Le Saux, che l’unico criterio per stabilire il livello di una
civiltà è un uomo che diventi “sempre più cosciente di sé nelle profondità di
sé.”
Perfettamente d’accordo. Non
saranno certo né la scienza, né la tecnologia, né le religioni a segnare il
livello di una civiltà. Ma quanto un uomo sia consapevole di sé e del mondo.
Scriveva Le Saux:
“Per la maggior parte degli
uomini, il Dio-Altro non è che l’impossibilità di sostenere se stessi. La paura di essere. La
vertigine dell’essere. Allora si esorcizza questa debolezza e si costruisce un
appiglio solido ed eterno per tenersi nell’essere – senza doversi assumere la
responsabilità di essere. Quanto è nominato invano il nome divino!”
E aggiungeva:
“Né l’eternità né il
presente possono essere pensati” (Diario
spirituale, Mondadori, 2001).
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