lunedì 9 marzo 2020

Il fallimento del (buon) vecchio Dio


Per chi crede ancora in un Dio, la situazione si fa davvero paradossale. Questo Dio dovrebbe essere colui che ha creato il mondo e che in un certo senso lo protegge – del che non v’è la minima traccia. Ma in più dovrebbe essere colui che, una volta morti, ci risuscita e ci da la vita eterna. Insomma prima gonfia il mondo come un palloncino e poi gonfia anche noi sia per nascere sia una volta morti.
Ora, a parte il fatto che, come ci dice la teologia cristiana, la resurrezione dei morti avverrà solo alla fine dei tempi (e quindi per ora non si sa dove finiscano), la creazione avrebbe bisogno continuamente di un’assistenza dall’esterno. Il meccanismo è davvero macchinoso e poco credibile. Niente starebbe in piedi da solo e tutto avrebbe bisogno di un deus ex machina provvidenziale. E tutto questo avverrebbe per amore.
Peccato che le leggi create da questo Dio siano di una ferocia incredibile: in pratica ogni essere è costretto per vivere a mangiarne altri. Una specie di Dio macellaio che ama tanto la strage.
Per come è conciato il mondo è più probabile che si sia formato da solo, in maniera casuale e abborracciata. In questo immenso universo non si vedono interventi provvidenziali, ma continue sofferenze e sopraffazioni. Il forte mangia il debole e basta un virus per ammazzare migliaia di uomini. Dove sarebbe l’intervento benevolo di questo Dio? Le cose sono sempre andate così, e in passato, quando c’erano le epidemie di peste o di vaiolo, anche peggio.
Ciononostante, molti continuano a credere in un Dio del genere. Forse perché non hanno grandi alternative. Meglio credere in un Dio buono, pensano, che sentirsi soli.
Ma talvolta è meglio essere soli che male accompagnati o del tutto illusi. È più semplice e logico pensare che l’universo, almeno nella sua parte manifesta, si sia creato per un processo interno, cui corrisponde quella che poi si presenta come coscienza umana.
Noi usciamo dalla zona immanifesta e si produce una coscienza che ci fa vedere le cose in un certo modo. Ma questa coscienza è in gran parte infelice ed è destinata a riconfluire nella sua stessa Origine, dove non c’è nessuna consapevolezza individuale a dividere e a disturbare la pace assoluta.


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