Illusi come siamo, crediamo di essere gli autori delle nostre
azioni e del nostro destino, crediamo di compiere scelte libere e consapevoli.
Ma come può scegliere uno che non ha scelto neanche di nascere? Quale sarebbe
il soggetto che ha deciso?
La verità è che siamo semplicemente il frutto di un accoppiamento
altrui (da cui il dualismo della nostra natura e della nostra mente) e di una
trama che non è certo stata oggetto di una nostra scelta, ma decisa da una
volontà generale che tesse tutti i fili, li annoda e li scioglie Così noi siamo
più oggetti che soggetti. Crediamo di compiere scelte, ma le scelte sono già
condizionate dal Grande Gioco.
È solo all’interno di questo Grande Gioco, attivatosi
spontaneamente e autonomamente, che possiamo compiere le nostre piccole e insignificanti
“scelte”.
Ma chi è che pre-sceglie per noi? Non può essere un Dio esterno,
ma la totalità, l’insieme del Gioco.
Tutto è apparenza, sogno, teatro – un film che viene proiettato su
uno schermo vuoto, ossia l’universo stesso con tutti i suoi pianeti, i soli, le
stelle, le galassie, i buchi neri e gli esseri viventi. Qui ogni vita mangia le
altre ed è a sua vola cibo – quale Dio avrebbe potuto creare un meccanismo così
feroce e folle?
È chiaro che tutto si è fatto da solo, in qualche modo,
confusamente e interdipendentemente. È come un getto di fuoco che esce di colpo
dal sole o come la nascita del Big Bang. È una proiezione, un’oggettivazione che
fa apparire la materia, la coscienza e l’intero universo.
Ma la coscienza stessa è precaria e temporanea. E, quando va a
riposo, come nel sonno profondo o nella morte, fa scomparire l’intero Gioco.
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