sabato 7 marzo 2020

Il teatro delle ombre


“La televisione ha ucciso la realtà” diceva Jean Baudrillard e in un certo senso è vero. Noi non abbiamo più un contatto diretto con tante cose, ma un rapporto mediato dai mass media, i quali potrebbero inventarsi guerre o sbarchi sul qualche pianeta facendoci credere che siano veri.
Ma non si tratta di un fenomeno nato con la modernità dei dispositivi elettronici. Da sempre, la mente stessa ha ucciso la realtà, perché ci dà solo interpretazioni e rappresentazioni. Si pone dunque il problema: a chi si può credere? Pensate che già 2500 anni fa, il Buddha si era posto il problema e aveva consigliato di non credere alle autorità, ai testi religiosi, alle apparenze, ai maestri e perfino alla logica e all’inferenza, ma di verificare tutto di persona, in base alla propria esperienza.
Il problema però è che anche la nostra esperienza è condizionata e del tutto soggettiva. Quindi non possiamo credere neppure a noi stessi.
Sì, il mondo è davvero una favola, così come aveva fatto notare Nietzsche, oppure è un’apparizione, una fantasia, un sogno, una farsa, un film… scegliete voi.
E noi che cosa siamo? A nostra volta siamo ombre o copie senza consistenza, ma piene di pretese, che non si rendono conto che il mondo in cui vivono è una semplice creazione della loro stessa coscienza.
Solo superando questa coscienza torneremmo a recuperare l’originale.

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