Per combattere l’epidemia (che in un modo o nell’altro, su un piano
o sull’altro esiste sempre) dobbiamo evitare aggregazioni, assembramenti,
socialità, riunioni, baci, abbracci, strette di mano, messe, processioni,
partite di calcio e manifestazioni sportive. Dobbiamo evitare spostamenti,
viaggi, trasferimenti.
C’è stato troppo pieno, troppi dati, troppe informazioni, troppo
stress, troppi idoli, troppe intenzioni, troppe volizioni, troppe fervore,
troppi sentimenti, troppe passioni, troppi pensieri, troppa vicinanza.
Dobbiamo aumentare le distanze tra noi e gli altri, dobbiamo
creare più spazio possibile.
Sì, nella evidente latitanza di dei, Iddii, Madonne e santi
miracolosi, è il Vuoto che ci salverà,
quintessenza di tutto.
Il Vuoto da cui usciamo, il Vuoto che non manca mai nelle nostre
esistenze (ma che può essere aumentato e coltivato) e il Vuoto che ci attende.
Nel Vuoto si placa ogni tensione, ogni sofferenza, ogni colpa,
ogni malattia.
Isolamento e Vuoto – ecco chi ci salverà, come sempre.
Che lezione!
Quando tutto crolla, una sola cosa resta: il Vuoto.
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