Lo stato meditativo non ha tempo, nel senso che viene fatta sempre
nell'attimo presente, in un "adesso" che è al di fuori di ogni
successione cronologica; non è neppure un ricordare né un prevedere. E non ha
spazio, nel senso che non è localizzata in un luogo specifico, né tanto meno in
un cervello.
Infatti la condizione che
raggiungiamo in meditazione è ciò che rimane quando, con la morte, scompaiono
lo spazio, il tempo e il corpo.
La coscienza abituale è sì un prodotto della materia e del
cervello, tant’è vero che è duale.
La sua dualità nasce dal fatto che è divisa in soggetto e oggetto
e che deriva da due individui: i nostri genitori. “Due” significa sempre
divisione.
Ma lo stato meditativo supera il dualismo, di cui è fatto tutto il
nostro mondo, e realizza ciò che c’era prima del dualismo. È uno stato in cui
finisce ovviamente ogni sofferenza e ogni divisione, anche quella della
coscienza.
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