Pochi cercano la
verità, i più si limitano a seguire la corrente senza chiedersi nulla. Pochi si
rendono conto di quanto faticoso sia esistere, credono che la vita sia un dono.
E, in effetti, è qualcosa che ci viene dato senza chiederci la nostra opinione.
Oppure, c’è una legge del karma che distribuisce la vita in base ai meriti o a demeriti
precedenti. Ma noi non abbiamo scelto nulla e non ci ricordiamo nulla.
Resta il fatto che ciò
da cui emergiamo non aveva gli affanni, le necessità e i pesi che ci opprimono
una volta nati. Dobbiamo incominciare a respirare, proviamo fame e sete,
dobbiamo urinare e defecare senza sapere ancora come controllare il corpo. Per
parecchi mesi non abbiamo consapevolezza di essere e di chi siamo. E dobbiamo
superare un’infinità di malattie infantili.
Qualcuno ci dice chi
siamo e noi dobbiamo credergli perché non abbiamo una nostra opinione. Il mondo
che ci appare alla coscienza è qualcosa di molto simile a un sogno. E, come un
bel momento ci svegliamo dal sogno accorgendoci che sognavamo, così ci
sveglieremo dalla vita accorgendoci che era tutto una finzione, una rappresentazione.
Insomma, a poco a poco,
ci vengono dati una forma e una identità. E a noi sembra di essere sempre più
concreti e di poter prendere in mano la nostra vita. Finché incomincia la via
del ritorno e tutto peggiora e si guasta. Avvicinandosi il momento della morte,
veniamo assaliti dal terrore, perché ci sembra di dover perdere quella identità
che avevamo faticosamente ottenuto.
In effetti, quando la
coscienza si ferma, il mondo e il nostro ego si dissolvono, dimostrando di
essere semplici proiezioni. E noi ritorniamo ad essere ciò che eravamo
precedentemente: l’essere... un essere che ora ha solo un vago ricordo del sogno che ha
sognato e che, se ha raggiunto la saggezza, evita accuratamente di rientrare in
questo palcoscenico.
Nessun commento:
Posta un commento