Noi siamo convinti che
la superiorità dell’uomo rispetto agli altri animali sia rappresentata dalla
coscienza. Ma non possiamo trascurare che la coscienza significhi sdoppiamento
e sofferenza. Quando subiamo un’operazione chirurgica e siamo privi di
coscienza, non soffriamo. Però, quando riprendiamo coscienza, ritorna tutto il
dolore.
Lo stesso succede in
certe esperienze di pre-morte o di sogno, quando si trova un mondo di pace e
non si vorrebbe più tornare indietro. Ma qualcuno o qualcosa ci rimanda
indietro, su questa Terra. E, allora, all’improvviso, riproviamo quanto sia
doloroso vivere, quale errore o caduta sia.
Non è da queste
esperienze che nascono i “miti della caduta”? Eravamo in un paradiso e siamo
stati scagliati quaggiù.
Infatti un cosa è
certa, che entrare nella vita è entrare nella sofferenza. I bambini nascono
piangendo, perché stavano molto meglio nell’utero che fuori. Stavano meglio “prima”.
Sono verità spiacevoli
che facciamo di tutto per dimenticare.
Nella vita, poi, ci
faremo una scorza. E ci costruiremo tante belle illusioni, tante filosofie,
tante religioni, per continuare a tirare avanti, per sperare che un giorno ci
libereremo dalla sofferenza.
Ma non succede mai.
Anzi, invecchiando, si infrangono tutte le nostre illusioni e ci accorgiamo che
la situazione peggiora.
Peggiora la salute e si
avvicina il momento della morte, di cui abbiamo il terrore. Ricchi o poveri,
non cambia nulla. Vincitori o vinti, non cambia la sorte comune.
Ma perché aver tanta
paura della morte? Potrebbe essere finalmente la via della liberazione. L’importante
è non rinascere più, non commettere più quell’antico errore.
Nessun commento:
Posta un commento