sabato 1 febbraio 2020

L'errore di nascere


Noi siamo convinti che la superiorità dell’uomo rispetto agli altri animali sia rappresentata dalla coscienza. Ma non possiamo trascurare che la coscienza significhi sdoppiamento e sofferenza. Quando subiamo un’operazione chirurgica e siamo privi di coscienza, non soffriamo. Però, quando riprendiamo coscienza, ritorna tutto il dolore.
Lo stesso succede in certe esperienze di pre-morte o di sogno, quando si trova un mondo di pace e non si vorrebbe più tornare indietro. Ma qualcuno o qualcosa ci rimanda indietro, su questa Terra. E, allora, all’improvviso, riproviamo quanto sia doloroso vivere, quale errore o caduta sia.
Non è da queste esperienze che nascono i “miti della caduta”? Eravamo in un paradiso e siamo stati scagliati quaggiù.
Infatti un cosa è certa, che entrare nella vita è entrare nella sofferenza. I bambini nascono piangendo, perché stavano molto meglio nell’utero che fuori. Stavano meglio “prima”.
Sono verità spiacevoli che facciamo di tutto per dimenticare.
Nella vita, poi, ci faremo una scorza. E ci costruiremo tante belle illusioni, tante filosofie, tante religioni, per continuare a tirare avanti, per sperare che un giorno ci libereremo dalla sofferenza.
Ma non succede mai. Anzi, invecchiando, si infrangono tutte le nostre illusioni e ci accorgiamo che la situazione peggiora.
Peggiora la salute e si avvicina il momento della morte, di cui abbiamo il terrore. Ricchi o poveri, non cambia nulla. Vincitori o vinti, non cambia la sorte comune.
Ma perché aver tanta paura della morte? Potrebbe essere finalmente la via della liberazione. L’importante è non rinascere più, non commettere più quell’antico errore.

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